The Fabelmans, la recensione: la lettera d’amore di Steven Spielberg al cinema (2024)

La recensione di The Fabelmans, il nuovo capolavoro di Steven Spielberg. Un film che racconta la personale storia d'amore del regista con la settima arte, tra stupore, emozione e magia.

The Fabelmans, la recensione: la lettera d’amore di Steven Spielberg al cinema (1)

Occhi spalancati che comunicano emozione. Sguardi che assorbono e mutano. Il nuovo film di Steven Spielberg parte da qui nel raccontare la forza e magia del cinema, dal suo potere di raccontare, mutare e trasformare la realtà. E dobbiamo dirlo subito, sin dalle prime battute della recensione di The Fabelmans: si tratta di un capolavoro assoluto, una definizione che usiamo senza timore e nel senso più ampio, compiuto e soddisfacente possibile. In Italia arriverà il 22 Dicembre, ma abbiamo avuto modo di vederlo grazie al passaggio in Alice nella Città nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, in una proiezione nella splendida cornice dell'Auditorium della Conciliazione e davanti a un pubblico che ha applaudito sia all'apparizione del logo Amblin, sia allo splendido finale che meriterà di essere approfondito a dovere. The Fabelmans è un film che abbiamo amato, una emozionante lettera d'amore nei confronti della settima arte, che va a completare la già splendida e ricca filmografia di uno dei registi più importanti e influenti del cinema contemporaneo.

Registi si nasce

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Sulla falsariga di altri autori contemporanei, dal nostro Paolo Sorrentino a Cuarón, Iñárritu e Branagh, Steven Spielberg in The Fabelmans racconta se stesso. Lo fa in modo romanzato, instillando nella vita di Sam Fabelman le esperienze della propria esistenza, rendendolo un proprio alter ego su schermo attraverso cui raccontare la nascita e l'evoluzione dell'amore che lui stesso ha avuto nei confronti del cinema. Il film apre con Sam bambino e la sua prima esperienza in una sala cinematografica, per seguirlo negli anni successivi lungo le tappe che lo hanno portato a lavorare nel mondo del cinema, dai primi tentativi con la cinepresa di casa, alla prima moviola e i primi progetti tra amici. Tappe che si vanno a inserire nel racconto personale e familiare di Sam, di quei Fabelman del titolo, famiglia ebrea costretta a trasferirsi più volte per seguire la solida carriera del padre, fino ad approdare in California, con le difficoltà e le opportunità che per Sam questo traguardo rappresenta.

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È importante l'aspetto familiare in The Fabelmans, quasi quanto quello relativo al cinema, nel raccontare una componente intima e personale della vita di Steven Spielberg. Più volte, infatti, l'autore americano ha messo in scena nei suoi film la sofferenza che gli ha provocato la separazione del padre e la madre, dai genitori separati di E.T. in avanti, e il nuovo film torna sull'argomento e in qualche modo permette all'autore di far pace con quella situazione e col padre, interpretato nel nuovo lavoro da un Paul Dano che sorprende per profondità e misura. È il tassello che più ci ha colpiti di un cast costruito con cura, capace di veicolare le emozioni, ma anche l'ironia, perché The Fabelmans è anche uno dei film più divertenti del regista, come lo erano stati Prova a prendermi o The Terminal: se in quei casi i toni da commedia erano presenti, qui si sfocia nel territorio dell'(auto)ironia nei confronti della realtà che circonda il protagonista.

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"I film sono sogni che non dimenticheremo"

I film sono sogni che non dimentichiamo.

Che frase magnifica, che concetto incantevole e vero. Sogni. Veicolo di immaginazione. Fiabe, in qualche modo. Forse è per questo che Spielberg ha scelto Fabelman come cognome per il proprio alter ego su schermo e la sua famiglia, un nome che suona tanto come "uomo delle favole", affabulatore. E non è forse una fiaba a sua volta il racconto che ce ne fa? Storia romanzata di un'esistenza, versione trasformata di una vita. Questo fa il cinema nel messaggio che l'autore vuole trasmetterci: racconta e trasforma, prende la realtà ma non si limita a riprodurla com'è, la muta e ne dà una propria idea nuova, più forte, più ricca. Fiabesca, come da sempre è stata l'opera di Spielberg, un cinema che sa volare sulle ali della fantasia per raggiungere vette di sentimenti e sensazioni vertiginose.

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Ma non è solo questo il messaggio del film, perché il cinema muta la realtà, la colora, deforma o migliora, ma trasforma anche noi che ne fruiamo: i momenti chiave di The Fabelmans si sviluppano attorno a qualcuno che guarda immagini proiettate e cambia nel farlo. Gli occhi spalancati del piccolo Sam incastonati in una maschera di stupore, il volto di sua madre che chiusa in un armadio viene travolta dal dolore, le reazioni opposte dei compagni di scuola di Sam che guarda il film del loro Ditch Day girato e montato dal ragazzo. Sguardi che ammirano, assorbono e cambiano. Il cinema, ci dice Spielberg, ha questo immenso potere di catturarci, ipnotizzarci, per poi entrarci nell'animo e mutare il nostro pensiero e le nostre emozioni. E noi che siamo suoi spettatori affezionati da oltre quarant'anni lo sappiamo bene.

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Il calore e rumore della pellicola

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Forse è grazie a questo super potere che Steven Spielberg si è innamorato del cinema, perché è l'arma che sa usare, in modo naturale e miracolosamente spontaneo, per dire la sua in questo mondo. Una magia che riesce a ripetere film dopo film, da ottimo stregone qual è. Ma il cinema al quale si è legato indissolubilmente il regista nasceva analogico, si muoveva sul supporto fragile della pellicola, risuonava del rumore ritmico del proiettore che girava e c'è questo calore, questo sentimento, questa poesia di un tempo passato in The Fabelmans. Steven Spielberg non è un regista che è stato incapace di rinnovarsi e adattarsi al presente, in molti casi ha saputo anche guardare con lungimiranza al futuro, ma il seme di amore e passione che è germogliato nel suo cuore ha quell'origine e sapore d'altri tempi. Quello è il cinema di cui il regista si è innamorato e di cui ci ha fatti innamorare, quello vissuto al buio di una sala, con lo sguardo (s)travolto dalla luce di uno schermo abbastanza grande da contenere i nostri sogni.Non possiamo pensare a uno spot più bello, prezioso e riuscito per la visione dei film in sala. E siamo grati a Spielberg per averlo girato, oggi più che mai.

Conclusioni

Un capolavoro assoluto. In questi termini abbiamo parlato del film di Steven Spielberg e non possiamo che ribadirlo alla fine della recensione di The Fabelmans: quella del regista di E.T. è una lettera d’amore al cinema, sviluppata raccontando la nascita della propria passione e romanzando momenti e aspetti della propria vita. La solita maestria nella messa in scena si accompagna ad alcune prove attorniali di livello, da un fantastico e misurato Paul Dano alla sorpresa del giovane protagonista che dà vita a Sam, alter ego di Spielberg, con almeno tre sequenze perfette e preziose nel rappresentare i temi e l’idea di cinema dell’autore. L’ennesima perla della già ricchissima filmografia del regista, un film che scalda il cuore ed emoziona a più riprese.

Movieplayer.it

5.0/5

Voto medio

4.7/5

Perché ci piace

  • Il modo in cui Steven Spielberg riesce a parlare di sé, ma raccontando qualcosa di universale.
  • L’amore per il cinema, che trasuda in ogni singola sequenza di The Fabelmans.
  • Almeno tre sequenze, tra cui quella conclusiva, che sono di una bellezza impagabile.
  • Paul Dano, un padre misurato e sfaccettato.
  • L’idea di cinema come mezzo per raccontare, mutare e trasformare la realtà.

Cosa non va

  • Faremmo fatica a identificare qualcosa di stonato in un film che è una splendida sinfonia di emozioni.
The Fabelmans, la recensione: la lettera d’amore di Steven Spielberg al cinema (2024)

FAQs

What is the message of The Fabelmans movie? ›

David Lynch has a hilarious cameo as the legendary director John Ford. The Fabelmans revisits one of Spielberg's abiding themes – the impact of the break-up of a family on children. The movie testifies to the power of cinema to act as both security blanket and escape route.

What is the main conflict in The Fabelmans? ›

The central conflict in “The Fabelmans” is the divorce of Sammy's parents and how it converges with his nascent filmmaking career. Spielberg's parents, Leah Adler and Arnold Spielberg, divorced when he was 19.

What's the plot of The Fabelmans? ›

Is The Fabelmans worth seeing? ›

The film is too digital, too modern, too sterile for the emotion it's trying to invoke in its audience. The Fabelmans is a movie made by a film lover, for film lovers. It's admiration for the craft is it's best asset, yet it's exploration into family is just as well done and has much to say.

What is the meaning of the ending of The Fabelmans? ›

The ending for Sammy is actually a beginning. Sammy will grow up to become a legendary filmmaker like Steven Spielberg, and everything that happened in The Fabelmans will allow him to one day put the story of his childhood into a feature film.

What does the movie her teach us? ›

Love, empathy, and feelings are not a priority. We don't have time for them. But in the movie “Her,” we see an example of how technology can help us find love through the artificial intelligence system that Theodore falls in love with. He finds a companion, a friend, a lover in a computer program.

What mental illness does Mitzi Fabelman have? ›

Sammy's mother also owes something to film history. The concert-level pianist Mitzi, a surrogate for Spielberg's own mother, Leah, struggles with what might at the time have been called emotional problems or manic episodes, what might now be called bipolar disorder or depression.

What is the secret in The Fabelmans? ›

Later, while editing the footage, Sammy will see Mitzi and Bennie walking, almost hand in hand, thinking they can't be seen—but Mitzi's face is clearly that of a woman in love. In the real-life story this, Spielberg says, is how he learned of her secret. His parents had often fought bitterly.

How close to reality is The Fabelmans? ›

How Accurate Was The Fabelmans To Spielberg's Family and Early Life Overall? The progression of the Fabelman family from New Jersey to Arizona to California follows an accurate timeline of the Spielbergs. Even the altered details have only been reworked to benefit the plot structure of the movie.

Did Spielberg's dad remarry? ›

For many of those years Steven knew better. Arnold remarried. In a 2012 interview with 60 Minutes (Leslie Stahl) Arnold and Leah discussed the breakup of the Spielberg marriage. When Stahl questioned Leah about the failed marriage Adler admitted Arnold left because she had fallen in love with his best friend.

What did Steven Spielberg's mother do? ›

Early life and background. Spielberg was born on December 18, 1946, in Cincinnati, Ohio. His mother, Leah (née Posner, later Adler; 1920–2017), was a restaurateur and concert pianist, and his father, Arnold Spielberg (1917–2020), was an electrical engineer involved in the development of computers.

Is The Fabelmans appropriate for 12 year olds? ›

Rated PG-13 for some strong language, thematic elements, brief violence and drug use.

Why did The Fabelmans flopped? ›

While educational and endearing, The Fablemans failed to attract a large audience mostly because its story is too niche and singularly focused.

What is the message of The Fabelmans? ›

The way families grow, change and show support to one another in their own ways is a powerful theme throughout The Fabelmans. All throughout this film, I am reminded of my love for Steven Spielberg and the way he has made movies better throughout his life and mine.

Is The Fabelmans about Steven Spielberg's life? ›

The Fabelmans is a 2022 American coming-of-age drama film directed by Steven Spielberg, who co-wrote and produced it with Tony Kushner. The film is a semi-autobiographical story loosely based on Spielberg's adolescence and first years as a filmmaker.

What is the meaning of the moral of the movie? ›

The moral of a story is the lesson that story teaches about how to behave in the world. Moral comes from the Latin word mores, for habits. The moral of a story is supposed to teach you how to be a better person. If moral is used as an adjective, it means good, or ethical.

What is the movie message about? ›

What is the lesson of the message movie? ›

The message with which he came to people and the Torah/Bible forbids the depiction of living beings, worship, and deification of them. The film tells about the message to all people that God is one, that He is one and there is no one else worthy of worship except Him and that Muhammad is His slave and His Messenger.

What is the topic of The Fabelmans? ›

While the film is primarily a thrilling adventure classic, it also explores much deeper themes related to human ambition, control, and the consequences of playing God.

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Author: Ouida Strosin DO

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